Brano: [...]ia di operai genovesi avrebbero dovuto recarsi a lavorare in Germania, ma solo poche centinaia di questi, fra il dicembre 1943 e il maggio 1944, risposero alla cartolina precetto.

Il fallimento del reclutamento ufficiale spinse i repubblichini a organizzare deportazioni di massa per soddisfare la richiesta dei loro padroni tedeschi. Fu preso a pretesto il grande sciopero che, dal 9 al 14. 6.1944*, vide partecipare oltre 12.000 lavoratori alla San Giorgio, aW'Ansaldo Fossati, al Cantiere Navale, all Allestimento Navi, all’Ansaldo Meccanico, all’Ansaldo Carpenteria, all'Elettrotecnico, alla S.I.A.C., alla Piaggio, alle Ferriere Bruzzo, alle Ceramiche Vaccari.

Il 16 giugno, guidata dal prefetto Basile e dal questore Bigoni, fu scatenata l’azione punitiva: in una ora morta, verso le 14, quattro fabbriche (la San Giorgio, la S.I.A.C., la Piaggio e il Cantiere Ansaldo) vennero circondate dai tedeschi che, con azione fulminea, arrestarono circa 2.000 operai, li rinchiusero in vagoni piombati e li avviarono il giorno stesso verso la Germania.

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Brano: [...]a metà di luglio la « Friuli » fu trasferita a Napoli e, in un primo tempo, dislocata nella zona di Afragola; successivamente si dispose in territorio di San òiorgio del Sannio (Benevento). Qui iniziò un periodo di addestramento che l’avrebbe portata, il 10.9.1944, a trasformarsi nel Gruppo di combattimento «Friuli» (v.).

Friuli, Gruppo di combattimento

Il 10.9.1944 ciò che restava della Divisione « Friuli » (v.), accantonata nella zona di San Giorgio del Sannio (Benevento), servì di base per la costituzione d.eH’omonimo Gruppo di combattimento. Adeguandosi alle nuove strutture concordate con gli Alleati (v. Combattimento, Gruppi di), l’unità si riordinò su 2 reggimenti di fanteria (87° e 88°),

I reggimento di artiglieria (35°), 1 battaglione misto del genio e reparti complementari. Primo comandante del Gruppo dì combattimento rimase il generale Bartolomeo Pedrotti (già comandante della Divisione), ma il 21 ottobre questi venne sostituito dal generale di brigata Arturo Scattini che ebbe il compito non facile di amalgamare le truppe e fa[...]

[...]gamare le truppe e fare del « Friuli » un’unità pronta a combattere.

Nel periodo di addestramento, concluso a novembre, vennero fatti rientrare gli uomini che erano stati inviati ai lavori agricoli nel .Foggiano; si riordinarono i reparti e si avviò un’intensa fase di addestramento col nuovo materiale bellico e secondo la tecnica militare degli Alleati. Ebbero inizio esercitazioni combinate e, alla fine di novembre, il Gruppo fu trasferito da San Giorgio del Sannio alla zona di Radda in Chianti (Siena).

Nella fase di trasferimento, la colonna motorizzata « Roma », composta di rappresentanze dei vari reparti del Gruppo, attraversò la Capitale tra la viva simpatia della popolazione. In gennaio il « Friuli » fu inviato al fronte, tra Bertinoro e Forlì, a sostituire la 5a Divisione polacca « Kresowa ».

Sul fronte di Brisighella

II 9.1.1945 il «Friuli» si schierò nel settore di Brisighella, disimpegriancfò, oltre ai polacchi, la Brigata partigiana « Maiella » (v. Brisighella, Battaglia di). Dopo aver operato agli órdini del V Corpo britan[...]

Brano: [...]i apulolucani e a quelli del 1949 per il contratto nazionale. Occupazioni (v.) di terre vi furono a Laterza, Massafra, Palagiano e Montemesola. Queste lotte precedettero di diversi anni l’applicazione della “legge stralcio” di riforma fondiaria che avrebbe permesso l’esproprio di 12.000 ettari nel territorio della provincia.

In città i tentativi di smobilitazione delle fabbriche furono fronteggiati con l’occupazione dei cantieri navali, della San Giorgio, della Galileo

0 di altre minori aziende. Varie iniziative furono poste in atto per bloccare il licenziamento dei dipendenti dell’Arsenale e degli altri stabilimenti militari. Sotto la guida dell’Amministrazione comunale di sinistra e con la parola d’ordine « Taranto non deve morire » queste lotte coinvolsero l’intera città.

Negli anni Cinquanta proseguirono, qui come del resto in tutto il paese, grandi lotte sociali e politiche: la campagna per la pace e contro il Patto Atlantico, le battaglie in difesa della democrazia e contro la leggetruffa del 1953, furono combattute dalla classe o[...]

[...]ecedenti battaglie. Sia in città che in provincia l'organizzazione si indebolì e, in alcuni casi, bisognò ricostruire interi gruppi dirigenti. Con la modifica della legge elettorale che prevedeva la possibilità di “apparentamenti” fra diversi partiti, la sinistra perdette l'amministrazione comunale. Nello stesso tempo la situazione economica e sociale della provincia era gravissima: l’Arsenale ridotto a 3.500 dipendenti, i cantieri con 1.300, la San Giorgio e la Galileo chiuse, come pure i piccoli cantieri navali, l'assetto economico di Taranto languiva e, di conseguenza, il ruolo di punta esercitato da questa provincia nella battaglia meridionalistica andava affievolendosi.

Una svolta si ebbe, agli inizi degli anni Sessanta, allorché fu ottenuto l’insediamento del IV Centro Siderurgico. La decisione fu strappata dopo una dura lotta fra le forze meridionalistiche e alcuni gruppi industriali del Nord i quali, pur riconoscendo la necessità di aumentare la produzione siderurgica in Italia, avrebbero preferito che lo stabilimento sorgesse al Nord[...]

Brano: [...]designato membro del Triumvirato insurrezionale con Giordano Pratolongo e Benvenuto Santus. Dopo la Liberazione fu segretario della Federazione comunista di Novara, Vicenza e Biella. Eletto nella Commissione centrale di controllo del P.C.I. aH'VIII Congresso del partito, negli ultimi anni fu membro del Collegio centrale dei probiviri.

Ha lasciato un libro di memorie: Bicordi di un fuoruscito (Milano, 1971).

A.To.

Schiassi, Omero

N. a San Giorgio di Piano (Bologna) il 3.9.1877, m. a Myrtleford (Australia) il 2.1.1956; avvocato.

Figlio di socialisti, dopo la laurea in Legge conseguita all'Università di Bologna fu organizzatore di leghe contadine nell'Italia centrale, dal 1907 fu consigliere comunale socialista a San Giorgio di Piano e rappresentante legale della Federterra a Bologna. Nel 1914 fu eletto consigliere comunale della città, con l’amministrazione Zanardi (v.). Prese parte alla Prima guerra mondiale come tenente degli alpini e, nel dopoguerra, si dedicò completamente all’assistenza legale dei lavoratori, odiato dai fascisti che il 24.1.1921, lui assente per malattia, gli distrussero lo studio. Costretto a lasciare Bologna per sfuggire a mortali aggressioni, si trasferì per alcuni mesi a Roma e infine a Genova (marzo 1922), dove divenne consulente della Federazione dei lavoratori del mare diretta dal co[...]

Brano: [...]ioni internazionali soprattutto a partire dall’inizio della “guerra fredda” (1946).

S.Bi.

Sangiorgio, Mario

N. a Sesto San Giovanni (Milano)

il 29.5.1897; muratore.

Membro dell’organizzazione comunista clandestina operante a Milano nel 192728, fu arrestato in seguito alla scoperta da parte della polizia di un deposito di materiale propagandistico. Deferito al Tribunale speciale, il 6.3.1929 fu condannato a 6 anni di reclusione.

San Giorgio di Piano

Comune di 4.700 abitanti a nord di Bologna, il 21.4.1945 l'abitato di San Giorgio di Piano fu attraversato dalle truppe tedesche in ritirata che vi compirono tremende efferatezze. La sera del 21 aprile, presso la

medioevale Porta Capuana si ebbe un primo assassinio: una donna del luogo, che era divenuta amante di un tedesco, trascinata a fuggire anch’essa tentò di portare con sé il figlioletto avuto dal legittimo consorte, da anni assente perché prigioniero di guerra; ma a quel punto il nonno Ernesto Melotti s’avventò sul calesse dove stavano i fuggitivi per strappare loro il nipotino e, sotto gli occhi dei famigliari urlanti, il Melotti venne ucciso dal tedesco con una[...]

Brano: [...]a il movimento operaio pistoiese seguì le vicende di quello nazionale: subì la feroce repressione del 1898 e fu compartecipe della « settimana rossa » nel 1914, anno in cui Targioni riuscì a strappare alle vecchie consorterie agrarie il comune di Lamporecchio, divenendone sindaco.

Nel primo decennio del nostro secolo anche a Pistoia si ebbe un forte impulso industriale: nel 1908 vi si insediò la società milanese Breda con uno stabilimento (ex San Giorgio) e venne abolita la cinta daziaria.

Nel 1912 il comune di Pistoia fu conquistato da un blocco delle sinistre, che però ben presto si sfaldò restituendo i] Comune, per tutta la durata della Prima guerra mondiale, a un blocco conservatore clericoliberalmassonico.

Negli anni del conflitto il movimento socialista fu colpito dal mussolinismo: Idalberto Targioni e altri dirigenti, passati dal neutralismo all’interventismo, furono espulsi dal P.S.I.. Nel 1917 l’influsso della Rivoluzione russa si fece sentire anche qui, ma senza dar luogo a movimenti di particolare violenza.

Il « biennio ro[...]

[...]iglio comunale fu costretto a decidere il proprio autoscioglimento in quanto due terzi dei consiglieri si erano dimessi dalla carica.

In città mancavano i beni di prima necessità e il loro acquisto era comunque impossibile da parte dei lavoratori, a causa del l’aumento dei prezzi e della disoccupazione. La classe operaia era assai cresciuta numericamente, soprattutto nei due nuclei di San Marcello Pistoiese (Stabilimento S.M.I.) e di Pistoia (San Giorgio), dove la produzione bellica aveva temporaneamente favorito l’occupazione.

L'iscrizione ai sindacati (esclusa la vai di Nievoie) salì da 4.000 tesserati dell’agosto 1919 ai circa 10.000 dell’anno successivo. Nel 1919, a fianco degli operai, entrarono in agitazione altre categorie, come quella dei maestri di scuola. La massa d’attacco era comunque costituita dai lavoratori metalmeccanici.

Ai primi di luglio del 1919 a Pistoia (come del resto in altre città toscane) esplose una vera tempesta contro il carovita. Nei mesi successivi si registrò un rapido diffondersi della propaganda sociali[...]

Brano: [...]na possibile, prendere possesso di ogni quartiere liberato in modo che al loro arrivo gli Alleati ritrovassero una città libera e un’autorità costituita, funzionante e seguita dalla popolazione.

Così le migliaia di cittadini, cacciati dalle loro case dal bando tedesco del 29.7.1944 che imponeva lo sgombero immediato delle zone prospicienti le rive deH’Arno, e accalcati presso amici, parenti, nei conventi della zona, alla caserma della Costa a San Giorgio, in Palazzo Pitti e nel giardino di Boboli, non rimasero abbandonati a se stessi, ma trovarono un punto di riferimento e di assistenza nella delegazione C.T.L.N.OItrarno, soprattutto nella commissione interpartitica composta da Arduino « Paris » Filippini, Luigi Fedeli, Ugo Procacci, Nello Baroni, don Bruno Panerai e don Basetti Sani. Questi si occuparono particolarmente degli enormi e molteplici problemi creati dagli oltre cinquemila rifugiati in Palazzo Pitti, mentre altri settecento si trovavano nella caserma della Costa a San Giorgio e trecento nel convento del Carmine.

La Liberazione [...]

[...]ma trovarono un punto di riferimento e di assistenza nella delegazione C.T.L.N.OItrarno, soprattutto nella commissione interpartitica composta da Arduino « Paris » Filippini, Luigi Fedeli, Ugo Procacci, Nello Baroni, don Bruno Panerai e don Basetti Sani. Questi si occuparono particolarmente degli enormi e molteplici problemi creati dagli oltre cinquemila rifugiati in Palazzo Pitti, mentre altri settecento si trovavano nella caserma della Costa a San Giorgio e trecento nel convento del Carmine.

La Liberazione

Nella notte fra il 3 e il 4 agosto i tedeschi si ritirarono sulla riva settentrionale dell’Arno e fecero saltare i ponti. L’unico a essere risparmiato fu il Ponte Vecchio, ma per impedirne l’uso agli angloamericani i tedeschi demolirono buona parte delle altrettanto storiche strade di accesso, disseminando poi fra le macerie gran nùmero di mine antiuomo.

Al momento del ripiegamento tede

sco, la Delegazione Oltrarno del C.T.L.N., che di fatto ormai governava la zona, fece scattare i piani militari già da tempo preparati: mentre si[...]

Brano: Piacenza, Divisione

tigiane, con maggiore autonomia riservata ai comandanti di distaccamento. La Brigata si trasformò così in Divisione « Giustizia e Libertà »r con la creazione di un Comando divisionale e di 5 Brigate, dislocate:

V Brigata (600 uomini) a Rocca d’ Olgisio, comandante tenente Antonio Piacenza;

2a Brigata (100 uomini) a Pecorara, comandante Riccardo Ferrari;

3a Brigata (600 uomini) a Scarniago e San Giorgio, comandante Paolo

Araldi;

4a Brigata (140 uomini) a Barberino, comandante tenente Virgilio Guerci; 58 Brigata, ex distaccamento di Bocché trasferito a Perino, comandante tenente Pippo ComolJJ.

La struttura divisionale si amplificò e si consolidò durante l’agosto con l’inserimento di forze che agivano nell’Oltrepò Pavese, elevando le Brigate a 7. Da notare che la T Brigata, comandata dal tenente italo Londei, era composta in gran parte da alpini della Divisione » Monte Rosa » che avevano disertato.

Oltre che alle Brigate, venne riconosciuta una certa autonomia anche ad alcuni dista[...]

[...]i) e il Distaccamento di Padello comandato da Lino Vescovo.

La Divisione contava ormai 4000 uomini e controllava la vai Tidone da Pianello a Borgonovo, la vai Luretta da Piozzano a Gazzola, la vai Trebbia da Bobbio a Rivergaro. Nell’agosto 1944 cominciò a uscire il suo organo di stampa li Grido del Popolo, diretto da Roda.

Nell’estate 1944, contro i distaccamenti partigiani si accanì l’offensiva nazifascista: venne attaccato il presidio di San Giorgio di Travo; Bobbio dovette essere abbandonata il 27 agosto (sarà riconquistata il

22 ottobre), il 22 settembre fu tentato da forze prevalentemente fasciste un grande rastrellamento che però fallì.

Nell’autunno 1944 sorsero contrasti

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Brano: [...]Medio Oriente, ma queste non erano in condizioni di farlo. Di conseguenza la situazione precipitò.

I combattimenti isolati proseguirono un po’ ovunque, decisi quasi sempre dal massiccio intervento dell’aviazione tedesca, padrona incontrastata del cielo. Furono soprattutto le batterie dell 'artiglieria italiana a ostacolare validamente e a ritardare, entro certi limiti, l’attuazione dei piani tedeschi: accanite resistenze si ebbero nei settori San Giorgio e Calato a Rodi, nel settore di Vati e di Jannati, a Monte Paradiso e a Monte Fileremo, tanto che nel pomeriggio dell’11 settembre pareva che la situazione fosse ancora sul punto di volgere a favore delle forze italiane. Ma un inspiegabile ordine di cessazione del fuoco e di resa da parte del Comando stroncò ogni residua illusione.

Resistenza sporadica

II comportamento del governatore

dell’Egeo, Ammiraglio Inigo Campioni (v.), fu in complesso dignitoso e leale, ma di fronte alla preparazione, all’aggressività e alla decisione dei tedeschi ci voleva ben altro. Purtroppo non furono ben[...]

Brano: Reggenza de! Carnaro

caricato dal generale Amante di far sottoscrivere l’atto di capitolazione: cessava così di fatto lo Stato libero e indipendente di Fiume. Calpestato e annullato l’art. 4 del Trattato di Rapallo, due anni dopo Fiume veniva annessa all’Italia fascista.

E.Ni.

Reggiani, Carlo

N. a San Giorgio di Mantova il 29.7.

1885, m. a Milano il 18.3.1967; operaio.

Autodidatta, iscritto al P.S.I. dal 1902, negli anni del primo dopoguerra fu tra i dirigenti socialisti milanesi, esponente della frazione massimalista e poi in quella terzinternazionalista. Con quest’ultima entrò nel Partito comunista dall’estate 1924.

A Milano fu tra i più attivi quadri del P.C. d’I. e nel 1926 fece parte della delegazione italiana al VII Plenum deH’Intemazionale comunista. Nel novembre 1926, essendo stato individuato dalla polizia il “centro” clandestino di via Bixio, Reggiani fu arrestato e assegnato pe[...]